MASSA CARRARA - Dal 2005 al 2009 il deficit accumulato dalla Asl 1 di Massa Carrara è di 200 milioni di euro: lo ha reso noto la Procura di Massa Carrara fornendo i primi dati ufficiali dell’inchiesta partita il 20 ottobre con la denuncia del governatore Enrico Rossi. All’inizio la magistratura si era concentrata su un buco di bilancio emerso nel 2009 di 60 milioni, frutto di una voce stralcio risalente alla fusione della Asl 1 con la Asl 2, ma l’inchiesta ha fatto emergere molto altro. La procura parla di voci di bilancio in attivo che venivano falsificate per permettere l’uscita di denaro pubblico dall’azienda sanitaria, verso singoli soggetti privati. Si parla di centinaia di assegni circolari e acquisti di beni preziosi.
La procura ha reso noto anche il meccanismo con cui riuscivano a far tornare i conti: qualcuno entrava nel server, con la propria password e cancellava le voci scomode. La Procura parla anche di una sopravvalutazione degli immobili della Asl 1, per far quadrare i bilanci, tra cui l’ospedale unico, un edificio inesistente che nel bilancio 2009 vale già 50 milioni di euro. Nel registro degli indagati al momento compaiono l’ex direttore generale Antonio Delvino e l’ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti, ma la lista potrebbe presto allungarsi. I reati ipotizzati sono il falso in bilancio, il falso ideologico e il peculato. L’ex Direttore generale della Asl 1 Alessandro Scarafuggi, in carica a Massa Carrara dal 28 ottobre 2002 al 28 febbraio 2007, oggi direttore a Pistoia, si è dichiarato estraneo ai fatti: «C’è un piano penale che non mi preoccupa perchè sono sicuro delle mia azioni. Ma c’è anche un piano civile e amministrativo su cui potrei avere delle responsabilità; sta nei rischi del mestiere, siamo direttori generali di aziende pubbliche e se succedono fatti di questo tipo durante una nostra gestione ce ne dobbiamo assumere la responsabilità politica».
«Sono contento dello sviluppo che ha preso l’inchiesta - ha detto invece l’ex direttore Antonio Delvino - hanno rintracciato chi manometteva il bilancio, hanno descritto il meccanismo e dunque capiranno anche che io ne sono estraneo. Mi spiace solo che la regione mi abbia messo alla gogna». Dura l’IdV nei confronti della Regione: «Non si può pensare che le responsabilità della vicenda siano solo da ascriversi a livello locale; è stupefacente come in questi anni tra collegio dei revisori dei conti, società di certificazione dei bilanci, funzionari e dirigenti della Regione Toscana, mai nessuno abbia eccepito su queste procedure». Il consigliere regionale del PdL Stefano Mugnai ha commentato: «Basta rimpalli, Rossi si assuma le sue responsabilità e ne tragga le conseguenze». Gian Luca Lazzeri consigliere regionale della Lega Nord ha concluso: «Rossi è l’unico responsabile politico della vicenda Asl 1».
«Evidentemente, ci sono anche rilevanze penali oltre al falso in bilancio che io avevo denunciato. Anche a me erano giunte notizie che le verifiche da noi fatte, che poi si erano tradotte in una denuncia ulteriore che la direttrice dell’azienda ha fatto alla procura, potevano anche chiamare in causa reati ulteriori rispetto a quello del falso in bilancio». Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi rispondendo ad una domanda su quanto rivelato oggi dalla procura a proposito della falsificazione dei bilanci della Asl 1 di Massa, dell’uso di fondi a scopo privato e non istituzionale e della manomissione degli stessi bilanci. «Mi sembra - ha aggiunto Rossi - che il nostro comportamento in una vicenda dolorosissima e pensante emerga con assoluta linearità. Quando abbiamo scoperto la cosa, e siamo stati noi a scoprirla, l’abbiamo denunciata alla procura e alla Corte dei conti. Abbiamo cambiato immediatamente il gruppo dirigente dell’azienda, abbiamo fatto tutte le verifiche e usato il massimo della trasparenza possibile. Abbiamo esercitato i controlli, insomma. E la sanità toscana è così sana che riesce persino a far fronte ad una botta di 270 milioni. La vicenda esiste e ha dei responsabili che io mi auguro che vengano presto individuati. Rossi ritiene che gli ammanchi derivino da spese fatte »in maniera non attenta, non vigile in prestazioni e servizi sanitari«. »E poi - ha aggiunto -, evidentemente, anch’io sapevo che poteva esistere qualcosa d’altro. E la nostra azienda sta appunto verificando e continua, per quel che è di sua competenza, a tenere aggiornata la procura.
E i guai per la Asl 1 sembrano non finire mai. La Procura ha aperto anche un’inchiesta parallela che riguarda due concorsi pubblici svoltisi al’interno della Asl 1 nel 2008, dopo i quali furono assunti oltre 60 amministrativi, forse non tutti necessari all’azienda sanitaria. L’ipotesi di reato è quella di abuso d’ufficio. In quel caso la denuncia sui concorsi pubblici partì dall’onorevole del PdL Lucio Barani che evidenziò, tra i vincitori del concorso, numerosi parenti di amministratori pubblici, sanitari, politici e sindacalisti del territorio. I magistrati ammettono: ci sono anomalie come la presenza di troppi «figli di».
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