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Dino Borrini, l'ultimo commissario partigiano |
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31 agosto 2011
Il 31 agosto 2011 è morto uno degli ultimi personaggi della Resistenza: Dino Borrini, il partigiano «Rino», commissario politico del distaccamento Colesino della Brigata Brigata Garibaldi «Leone Borrini».
Dino (o il «Moro» come tutti lo chiamavano in paese) era un figlio di quel straordinario paesino che è Merizzo.
La sua storia è una delle più emblematiche dell’impegno di questo paese nella lotta antifascista. Dino era nato nel 1922 e quando le donne del paese andarono a trovare la partoriente trovarono sulla culla una drappo rosso. Si trattava della bandiera del locale Circolo Socialista (inaugurato nel 1911). Il paese dopo la svolta di Livorno del 1921 aderì in massa al P.C.d’I. ma quel simbolo andava comunque difeso dai tentativi di requisizione operati dalle squadracce fasciste provenienti dai paesi vicini, che iniziavano in quei tempi le loro rappresaglie.
La difesa del drappo rosso da parte di tutto il paese, che lo nascondeva, ha avuto non poco peso nella costruzione dell’immaginario e delle coscienze di questa piccola comunità, anche se a causa delle continue puntate e vessazioni dei fascisti, i merizzani dovettero cedere la bandiera, che fu portata via dal paese. Tra questi paesani più di tutti si distinse l’antifascista Orlando Borrini che pagò a caro prezzo il suo ostinato attaccamento alla bandiera, morendo nel 1927 per una complicazione polmonare a seguito dei pestaggi.
I suoi figli, Elsa (nata nel 1920) e Dino, che videro appena bambini la bandiera tra le mura di casa, quando poco più che ventenni furono coinvolti nel fuoco della Lotta di Liberazione, non ebbero dubbi sulla scelta da compiere. Per Elsa, la partigiana «Bruna» (vedi qui il video di una sua intervista) e per Dino la Resistenza fu anche un modo di onorare la memoria di un padre e riscattare l’offesa subita di quella bandiera sottratta alla loro casa e al loro paese. Nel dopoguerra la bandiera fu ritrovata da Ada Marchesini Gobetti ed esposta dal 1981 al 1996 a Torino nel Museo Nazionale del Risorgimento Italiano.
La vita non era stata facile per Dino, che aveva perso il padre giovanissimo e che giovanissimo, prima della guerra subì un gravissimo incidente in miniera.
Nella sua funzione di presidente dell’ANPI di Villafranca- Bagnone, Dino è stato anche un esempio di organizzazione e di coinvolgimento delle giovani generazioni. Con i suoi modi bruschi e segretamente affettuosi spingeva tutti a ben operare e ad essere fortemente coinvolti nell’associazione. |
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IL VIDEO SU YOUTUBE |
http://www.youtube.com/watch?v=yRvDuQtSKcY |
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