PREMESSO
• che il programma presentato dalla Lista “Cittadini per Pontremoli” alle ultime elezioni amministrative, indicava una attenzione particolare allo sviluppo della “green economy” puntando su piccoli impianti diffusi e quindi dando una valutazione positiva sulle iniziative per lo sfruttamento delle energie rinnovabili eco – compatibili e una valutazione contraria alla maxi installazioni;
• che uno dei punti principali del ns. programma era ed è quello della democrazia partecipata e quindi il coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte importanti dell’ amministrazione comunale per la gestione del territorio;
• che quanto sopra detto, viene assunto anche come presupposto, per formulare la presente interrogazione. dopo aver analizzato il progetto della centrale termoelettrica alimentata a biomasse, (industria classificata insalubre di prima classe) che dovrebbe essere realizzata nell’area industriale di Novoleto in Pontremoli e quindi vicino al centro cittadino e l’Autorizzazione Unica della Provincia di Massa Carrara n. 2035 del 08/06/2013 rilasciata per la costruzione di detta centrale; §Ricordato che le centrali a biomassa esistono in Europa già da cinquant’anni e che è stato deciso da tempo, di trasformare il sistema e ora si avvalgono di tecnologie a biogas che convertono il tutto in metano, che ha anche una maggiore resa energetica;
• che la Giunta Comunale con atto n. 68 del 25.05.2013 ha assegnato alla Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l. con sede legale in Mantova, un lotto nel comparto n. 3 dell’area industriale di Novoleto di mq 7467 (nella delibera è riportato erroneamente al punto 1 del dispositivo mq 4746) per l’importo di € 268.737,33, fissando il termine di mesi “uno” per la presentazione da parte della Società al Comune, degli esiti favorevoli dell’iter autorizzativo per la realizzazione di una centrale termoelettrica alimentata a biomasse;
• che la Giunta Comunale con atto n. 77 del 04/06/2013 ha approvato lo schema di convenzione da stipulare con la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l., contenente le misure compensative e le garanzie da riconoscere al Comune di Pontremoli a fronte della realizzazione della predetta centrale;
• che la Giunta Comunale con atto n. 78 adottato nella stessa data ha assegnato definitivamente alla predetta società il lotto all’interno del comparto n. 3 dell’area industriale di Novoleto confermando l’importo di vendita e stabilendone le modalità di pagamento ;
• che la notizia della ipotesi di realizzazione della centrale termoelettrica a biomasse, pur non essendo la medesima assimilabile chimicamente e fisicamente ad un termovalorizzatore di rifiuti, ha comunque destato nella cittadinanza, interrogativi, dubbi e preoccupazioni soprattutto sull’impatto ambientale, in particolare modo sulle emissioni in atmosfera e sulla produzione e smaltimento delle ceneri, nonché sulle modalità dei controlli che dovranno essere effettuati dal comune di Pontremoli e dagli organismi competenti;
• che il Consiglio Comunale, nonostante sia l’organo che rappresenta l’intera comunità di Pontremoli e ne determina l’indirizzo politico – amministrativo non è mai stato informato dal Sindaco e/o dall’assessore delegato sulla volontà della Giunta di fare realizzare la predetta centrale termoelettrica, nonostante si siano tenuti, dal mese di marzo 2013 ad oggi ben 4 Consigli Comunali, senza tener conto di quello tenutosi il 29 Giugno u.s.;
• che la popolazione non è mai stata informata dalla rilevante iniziativa decisa dalla Giunta Comunale, e delle ricadute, anche negative, sul territorio pontremolese, derivanti dalla realizzazione della centrale;
• che il Comune ha inviato i pareri favorevoli di competenza, e messa a disposizione l’area ove fare sorgere la centrale in tempi rapidissimi, consentendo di fare ottenere alla società proponente, in soli neanche 4 mesi, l’autorizzazione provinciale;(tempi da Guiness dei primati)
• che la predetta centrale termoelettrica, inquadrata come di pubblica utilità, con potenza non superiore a 1 MHW, ha un costo di realizzazione di € 8.930.000,00, è potenzialmente co-generativa e quindi potrebbe consentire successivamente anche il recupero del calore (produzione pellet) mediante però la presentazione di un altro progetto, da parte di una altra Società.
• Che il materiale che sarà conferito per l’ordinario funzionamento della centrale è stimato in € 18.000 Ton annue e riguarda: biomassa legnosa proveniente da potatura di olivi, vigneti alberi da frutto e da manutenzioni forestali; - biomassa legnosa da vignaccia vergine provenienti da cantine sociali e da sansa proveniente da oleifici della zona;
• Che la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l. ha dichiarato di avere stipulato contratti con alcune imprese della Lunigiana e di Sarzana che però non coprono il fabbisogno complessivo delle 18.000 Ton./annue ( non è dato di sapere per quali quantità) e che comunque l’approvvigionamento delle biomasse è previsto nel territorio ricompreso “in un intorno di 70 Km” dall’impianto (cfr allegato tecnico all’autorizzazione rilasciata dalla Provincia di Massa-Carrara);
• Che quanto sopra detto appare contraddittorio con quanto riportato nel progetto presentato della Società, nel quale viene affermato che “ il patrimonio boschivo locale consente di poter sostenere ampiamente la fornitura della centrale in questione”;
• Che pare poco credibile il Business Plan, allegato al progetto, ( nel quale non è nemmeno previsto l’investimento iniziale per l’acquisto dell’area) il quale prevede per 20 anni gli stessi ricavi (compresi gli incentivi statali che però la normativa stabilisce per la durata di 15 anni) e gli stessi costi di gestione, ottenendo sempre il risultato di esercizio uguale con un utile di € 211.320,00 al netto delle imposte;
• Che le ricadute occupazionali, dirette ( n.4 assunzioni per la centrale)) e indirette (n.9- da verificare in quanto riferibili alle ditte del settore boschivo) indicate nel progetto appaiono irrisorie in rapporto ai potenziali rischi di inquinamento e per la salubrità, che dovranno sopportare la popolazione e il territorio;
• che la convenzione stipulata in data 05/06/2013 dal Comune con la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l. prevede che il combustibile utilizzato è rappresentato da biomasse biodegradabili quali fonti di energia rinnovabile, prevista dalla vigente normativa, come in linea principale, ma non esaustiva, legno vergine derivante da manutenzioni forestali ed agroforestali, legno vergine derivante da processi industriali di lavorazione (segherie) sansa vergine ed esausta, vinaccia vergine ed esausta;
• Che da approfondimenti effettuati attraverso contributi di esperti in materia di centrali a biomasse legnose ( c.f.r. ad esempio_- contributo del Prof. Federico Valerio dell’Istituto Nazionale Ricerca Cancro di Genova) fanno emergere in generale, che le biomasse che saranno usate come combustibile, anche dopo la depurazione dei fumi prodotti, provocano l’immissione nell’ambiente di quantità non trascurabili di numerosi macro e micro inquinanti (polveri sottili ed ultra sottili; ossidi di azoto, idrocarburi policiclici aromatici; diossine ) con effetti potenzialmente pericolosi per la salute delle popolazioni esposte, senza contare le emissioni prodotte dal’elevato traffico veicolare indotto dall’entrata in funzione dell’impianto, ovvero tutti gli automezzi necessari per il conferimento di biomasse e per il ritiro e lo smaltimento delle ceneri;
• Che i documenti progettuali presentati parlano della migliore tecnologia disponibile, che è peraltro un requisito obbligatorio per legge per ottenere l’autorizzazione, ma che da solo non garantisce la salute dei cittadini esposti agli inquinanti comunque prodotti e immessi nell’ambiente;
• Ricordato che i tumori insorgono soprattutto per ragioni ambientali e non certo per caso o accanimento divino, infatti se si esclude un 7% rappresentato dai tumori genetici e cioè la tendenza al cancro che va di generazione in generazione all’interno di una stessa famiglia e un 30% che raccoglie i fumatori e coloro che hanno componenti scorretti e dannosi per la propria salute, tutti gli altri tumori vengono per fattori ambientali;
• Che si ritiene, doveroso per giustificare la realizzazione di una centrale quale quella proposta, effettuare preventivamente il confronto della qualità dell’aria, del suolo e delle acque prima della entrata in funzione dell’impianto a biomasse, con stima della qualità delle stesse matrici ambientali, una volta che l’impianto proposto fosse realizzato;
• che invece gli elaborati progettuali presentati prospettano dopo che sarà realizzata la centrale il “pieno rispetto dei valori di concentrazione limite previsti dalle normative vigenti e quindi che relativamente alla qualità dell’aria la realizzazione della centrale risulta ambientalmente compatibile”;
• Che per quanto sopra detto, l’amministrazione comunale, a mio avviso, avrebbe dovuto imporre e fare inserire nella convenzione stipulata con la Società, con riferimento ai possibili effetti negativi sulla salute e sulla qualità dell’ambiente, questa clausola: “con l’entrata in funzione della centrale a biomasse, la qualità dell’aria e delle diverse matrici ambientali interessate alle sue emissioni, deve migliorare – o per lo meno restare uguale a quella preesistente”;
• Che questi prerequisiti fanno esplicito riferimento alla direttiva 96/62 CE sulla gestione e qualità dell’aria – ambiente che all’art. 1 individua tra i suoi obiettivi quello “di mantenere la qualità dell’aria-ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi”;
• Che si può certamente affermare che l’uso di biomasse a scopo energetico presenta problemi di impatto ambientale tutt’altro che trascurabili, poiché oltre alle emissioni di inquinamento convenzionali quali ossido di carbonio, ( è veramente curiosa l’affermazione riportata nel progetto,”che tale emissione sarà nulla nell’ipotesi di buon funzionamento dell’impianto”) polveri totali sospese e ossidi di azoto, e che quindi occorre porre attenzione come già sopra ricordato, ad inquinamenti meno convenzionali che si producono con la combustione di biomasse, polveri sottili, formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, di cui alcune cancerogene; che nonostante le segnalazioni avanzate dalla letteratura scientifica, non si trova traccia di limiti nelle autorizzazioni rilasciate per questi pericolosi inquinanti, certamente emessi dalla combustione delle biomasse;
• Che un ulteriore problematica è il livello di tossicità delle ceneri prodotte dall’impianto e in particolare delle ceneri volanti raccolte dagli impianti di depurazione dei fumi.
Infatti sebbene venga previsto un sistema di filtraggio per alcune tipologie di polveri, la centrale in questione, mediante i processi di combustione, produce fumi con polveri di dimensione tale da non poter essere in alcun modo filtrate. Si tratta di nanoparticelle che hanno grande facilità di penetrazione nell'organismo umano. Più piccole sono e più in profondità possono arrivare, sino ad intaccare il nucleo delle cellule. Più piccole sono e più tempo possono restare sospese in aria, tanto da poter essere trasportate con i venti a distanze enormi, anche se, ovviamente, i rischi di assunzione sono maggiori nelle località più prossime all'impianto.
Le nanoparticelle entrano nell'organismo per mezzo dell'apparato respiratorio (data la loro dimensione a nulla valgono i sistemi di filtrazione naturale, quali le cavità nasali) e per mezzo dei cibi vegetali e animali (si depositano sulle verdure, vengono ingerite dal bestiame degli allevamenti). Si depositano nell'organismo, nel quale, a seguito di reazioni in sua difesa, si creano infiammazioni che a loro volta possono tendere a produrre cancri. Tali nanoparticelle sono artefici di altri problemi per la salute.
Altra caratteristica di queste polveri: sono pressocché eterne. Una volta prodotte non sono più eliminabili.
Si tenga presente che allo stato normativo attuale, la difesa da nanoparticelle non è prevista da nessuna legge, né nazionale, né regionale, né europea. Il fatto che non sia ancora prevista alcuna misura normativa al riguardo, risulterebbe che derivi principalmente da due motivi: 1) si tratta di un filone di ricerca recente; 2) (cosa più importante) il riconoscimento delle nanoparticelle è fortemente osteggiato da forti e grosse lobbies produttive che sarebbero riconosciute come minaccia alla salute di tutti.
Il fatto che manchi una tutela legale dall'inquinamento di nanoparticelle, non significa che esse non esistano, nè che non rappresentino una minaccia reale per la salute. A tal proposito coloro che sono deputati a prendere decisioni pubbliche, come l'avvio della realizzazione per esempio di centrali termoelettriche a biomasse, dovrebbero fermarsi nel rispetto del principio di precauzione. Quando ciò non avviene, non si può evitare di qualificare l'operato dell'amm.ne come minaccia per la salute della popolazione, anche qualora si voglia far salva la buona fede degli amministratori, magari forse inconsapevoli di quale materia si stia trattando, che nel nostro caso parrebbe non sussistere visto l’alto tasso di presenza di medici all’interno dell’amministrazione;
• Che la normativa attualmente vigente in Italia definisce biomasse anche le parti organiche dei Rifiuti Solidi Urbani differenziati e che quindi pur essendo attualmente esclusa nell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia la possibilità di bruciare rifiuti, in un prossimo futuro, in carenza dei quantitativi necessari di biomasse legnose, (oggettivamente prevedibili) necessari per rientrare dell’investimento effettuato, la Società potrebbe chiedere di riconvertire la centrale e di essere autorizzata a bruciare rifiuti;
• Che anche da questo potenziale rischio, l’amministrazione Comunale, con colpevole superficialità non ha avvertito la necessità di cautelarsi provvedendo ad inserire apposita clausola nella convenzione stipulata con la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l.;
Ritenuto che l’inquinamento ambientale che potrebbe essere prodotto nel territorio dalla centrale, peraltro autorizzata nel rispetto delle norme vigenti, peggiorerà l’attuale qualità dell’aria con le emissioni da camino e con quelle del traffico veicolare indotto e peggiorerà anche la qualità del suolo e che quindi i rischi sanitari indotti da questa contaminazione, per quanto minimi possano essere stimati, non sono giustificati dai benefici collettivi indotti dalla realizzazione dell’impianto ( si stima in base ai dati del Business Plan, in circa 60.000,00 € annui in opere), il cui principale scopo è quello di massimizzare gli utili della Società proponente, in base agli attuali incentivi statali erogati per la produzione di elettricità da biomasse;
Tutto ciò premesso ed esposto
Interrogo la S.V.
a) per conoscere i motivi per i quali l’amministrazione comunale da Lei guidata, non ha informato doverosamente la cittadinanza ed il Consiglio Comunale della volontà del Comune di Pontremoli di far realizzare attraverso anche la cessione di un area in Loc. Novoleto, alla Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l, una centrale termoelettrica a biomasse;
b) di conoscere in base a quanto sopra esposto in narrativa se l’amministrazione comunale ha ben approfondito i rischi di inquinamento ambientale e i potenziali rischi per la salute dei propri cittadini ed in caso di risposta affermativa se non ritiene doveroso organizzare un pubblico convegno con esperti del settore, individuati di comune accordo con i consiglieri di minoranza, per approfondire le tematiche evidenziate e recuperare almeno la colpevole disinformazione alla cittadinanza;
c) se non ritiene comunque doveroso, in attesa di quanto indicato al precedente punto b), sospendere ogni attività amministrativa di competenza del Comune di Pontremoli, che sia propedeutica alla realizzazione della centrale termoelettrica a biomasse;
d) Se non ritiene comunque in ogni caso utile e necessario, nell’interesse del comune e della cittadinanza integrare la convenzione stipulata con la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l. prevedendo l’inserimento delle seguenti clausole:
1) che la realizzazione della centrale termoelettrica sia subordinata alla produzione di uno studio da commissionare ad ARPAT che certifichi o stimi che con l’entrata in funzione dell’impianto, la qualità dell’aria e delle diverse matrici ambientali interessate alla sua emissione, miglioreranno o per lo meno resteranno uguali a quelle preesistenti;
2) che la Soc. Renovo Bioenergy Pontremoli S.r.l. si impegna a non presentare future domande di autorizzazioni o progetti di riconversione della centrale, finalizzati all’alimentazione della medesima con rifiuti, accettando sin da ora che ciò sia causa di decadenza dell’autorizzazione già rilasciata.
Chiedo pertanto che la presente interrogazione sia iscritta all’o.d.g. del prossimo consiglio comunale.
Pontremoli 9 luglio 2013
Il Consigliere Comunale
Rolando Scatena
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