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QUARTO EPISODIO

"Chi è quello?" chiese una delle spie che stazionavano fisse nei tavolini della grande veranda"."L'ispettore della Schlein" rispose il segretario provinciale

 

5 aprile 2023
LE ANIME MORTE DEL PARK HOTEL
 
di Maurizio Bardi

QUARTO EPISODIO
Ingranaggio


Erano già trascorsi otto giorni da quando V. era arrivato al Park Hotel. E si era divertito molto. Ogni giorno partecipava ad incontri, ogni sera gli arrivava un invito a cena. Insomma le giornate passavano molto piacevolmente.
Ma l’uomo della Mercedes non era arrivato fin lì per farsi degli amici. Più dell’amicizia gli interessavano i segreti, quelli che conoscono in pochi.
La cosa più complicata era ricordare tutto, i nomi, i fatti, le circostanze.
Tornato in albergo, quasi sempre dopo la mezzanotte, apriva il suo Mac Book Pro e compilava il diario della giornata, indispensabile per organizzare il suo lavoro. V. credeva ciecamente nella sua missione, ma la affrontava con l'ironia sapiente di chi sa che una fede eccessiva non porta mai nulla di buono, che si tratti di ideali politici o religiosi.
In quei giorni, nei suoi incontri, affiorava periodicamente un argomento accennato sottovoce, mai finito sui giornali o sui social. Lo intrigò l’idea di risalire alla fonte della storia.
La mattina dopo si diresse verso Pontremoli, una città a circa dieci chilometri dal Park Hotel, dove con assoluta certezza sapeva che avrebbe incontrato il segretario provinciale.
Arrivato in Piazza del Duomo, incrociò un'anziana signora con il cane. “È distante il Caffe Bellotti?”. Alla domanda, la nonnina rispose con gentilezza: “Nell'altra piazza, più avanti ci sono gli Svizzeri, dove fanno gli Amor, subito a destra c'è Bellotti.”
V. entrò nel bar e chiese di Enzo Manenti.
“Sono io, vengo subito”.
Il segretario del PD aveva uno sguardo intelligente e un modo piacevole di porsi. Sembrava che si stesse preparando ad incontrare qualcuno. Con cautela ma anche con una sorta di compiacimento. L’uomo della Mercedes si presentò come giornalista. Si sedettero nella veranda del locale, tutt'intorno c'era Pontremoli con i suoi caffè pieni di belle facce colte ma anche di spie e di traditori.
“Mi interessa la storia delle tessere...”, domandò V. con poche speranze di avere una risposta.
Manenti capì al volo. Con voce tranquilla, innaspettatamente, cominciò il suo racconto: “Il sindaco di Mulazzo ha una paura tremenda di perdere consensi, potere, privilegi. Circa un anno fa, al tempo delle elezioni regionali, ha lasciato il Partito Democratico per andare con Italia Viva. Sperava anche nell’aiuto di Cosimo Ferri, il magistrato, amico di Renzi. Sperava di diventare consigliere regionale, o ancora di più, Assessore in Regione, ma è stato silurato. Lo hanno appoggiato in pochi ed anche Ferri, che non lo ama molto, non lo ha aiutato granchè. Anzi probabilmente lo ha ostacolato.
Ora Novoa si sente lasciato andare alla deriva e vorrebbe rientrare nel PD, ma non può. Non lo vogliamo. Specie di questi tempi, con Elly Schlein segretario del partito, è pressochè impossibile."
"Per quella sentenza recente in cui è stato indicato come concussore.. ", sottolineò V.
"Non potendo rientrare nel PD, continuò Manenti, probabilmente si è messo in testa di rientrare nel partito per procura. Così Fosco Uberti, il proprietario del Park Hotel, ha tesserato circa quaranta persone, che forse non erano neppure consapevoli, direttamente on line. Le quaranta iscrizioni le ha pagate tutte lui, con la sua carta di credito. In gran parte si trattava di suoi dipendenti. Come facevano a dire di no?"
“Le anime morte del Park Hotel?"
"Si, i servi della gleba dei signori della politica!”
“E poi?”
“Come segretario provinciale ho contattato gli organi di disciplina del partito, che hanno bloccato questo scandalo. E le iscrizioni sono state annullate.”
V. provò a pungolare il segretario del partito: “È molto duro allontanarsi dal potere. Per chi è abituato a fare il ballerino è duro smettere di danzare!"
"Claudio Novoa - replicò il segretario del PD - vuole rifare il sindaco, vuole mantenere il controllo del Gal, vuole essere dentro l'ingranaggio della Società della Salute, a costo di collaborare con un sindaco di estrema sinistra che va a braccetto con un sindaco di etrema destra. Ma questo non accadrà. Sarebbe uno vero scandalo se ciò avvenisse! E poi il PD deve finalmente risolvere la questione Gal"
"Già il Gal, mi piacerebbe saperne di più", pensò V. Ma il tempo della narrazione stava finendo. Manenti salutò il suo interlocutore e si accinse a rientrare all'interno del bar.
Una delle spie che stazionavano fisse nei tavolini della grande veranda del Bar Bellotti aveva osservato a lungo, con curiosità, l'uomo della Mercedes. Il suo volto lo irritava. Si avvicinò al segretario provinciale e gli sussurrò: "Ho sentito che parlavate di Partito Democratico, di Novoa, di Società della Salute. Chi era quello? Un ispettore di Elly Schlein?"
"Si - rispose divertito Enzo Manenti - era l'ispettore generale del PD."
4 . Continua

 

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