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QUINTO EPISODIO

Il capo del Comitato Interministeriale si rivolse al Professore e spiegò nei dettagli il progetto strategico: "Nelle prossime settimana verrai istruito. Imparerai molti segreti del mestiere, poi andrai sul territorio e diventerai operativo. Dovrai individuare fatti, circostanze, persone, metodi di corruzione, dovrai documentarli e registrali in modalità segreta nel tuo PC."

 

14 aprile 2023
LE ANIME MORTE DEL PARK HOTEL
 
di Maurizio Bardi

QUINTO EPISODIO
Il manuale della corruzione


IL CERCHIO
Al tavolino del bar iniziò il girotondo.
Il girotondo è la visione epidermica, la pelle, del cerchio. Dall’esterno non si entra, sei dentro perchè sei nato nel cerchio. Il tuo ruolo dipende dalla tavola dei ranghi. C'è chi è spia, chi è affarista, chi corruttore, chi concussore, chi semplicemente lacchè. Ognuno ha il suo posto.
L’ingranaggio è composto da tanti cerchi comunicanti che ruotano e danno impulso l'uno agli altri facendo funzionare la macchina. Gli ingranaggi differiscono poco da città a città, da territorio a territorio, la macchina è uguale ovunque.
La missione di V. non era quella di entrare nel cerchio per distruggere la macchina, il suo compito era quello di studiare come funziona la macchina.

Nel giro di pochi minuti l’annuncio si sparse dai tavoli del Caffè Bellotti a tutti i ranghi alti della Lunigiana: "L’uomo della Mercedes era un ispettore della Schlein”.
Quando la voce giunse alle sue orecchie, V. non si preoccupò. Si rendeva conto di essere incosciente, però la situazione lo divertiva. Poi pensò: "una notizia falsa da veridicità alla recita".
Il suo compito era pressoché finito. E ne era soddisfatto. In poco più di due settimane era riuscito a capire molto di più di quanto avessero capito in dieci anni inchieste giudiziarie e ufficiali di polizia.
Era stato invitato nelle case, nelle sedi, negli uffici che contavano. E aveva piazzato, segretamente, microspie e microtelecamere e con il loro supporto aveva redatto i capitoli del «Manuale», che ora era segretato sul suo Mac, protetto da una password inviolabile.
V. non era un poliziotto o un agente dei servizi. Era un professore. Di letteratura greca antica.
Aveva insegnato a Praga all’Università Carolina, fondata nel 1348 da Carlo IV, re boemo e imperatore del Sacro Romano Impero ed aveva raggiunto una certa fama con il suo libro “Guerra e Corruzione”, un piccolo best seller che analizza le motivazioni psicologiche che inducono gli uomini a fare la guerra, partendo dallo studio delle città stato dell'Antica Grecia fino a Putin e Zelenskj. Nelle pagine del suo libro V. aveva concepito una nuova teoria: «la guerra come patologia della corruzione».
“Storicamente, dopo la corruzione, arriva la guerra" - era scritto in una pagina dell'ultimo capitolo. - "È possibile evitare molte guerre se verrà contrastata la corruzione. Come? Per sconfiggere la corruzione non c’è che una strada: infiltrare agenti sotto copertura ed arrestare i corrotti.”

Questa era anche l'idea guida di Piercamillo Davigo, ex magistrato di Mani Pulite. "In Italia le opere pubbliche- sosteneva Davigo nei dibattiti televisivi, negli incontri, nelle interviste - costano di media il doppio di quanto costano negli altri paesi. In più le strade franano, i ponti crollano, abbiamo a che fare con manutenzioni scellerate, se non edificazioni scellerate. Anzichè introdurre meccanismi amministrativi inutili, sarebbe molto meglio deburocratizzare le procedure ma mandare poi degli ufficiali di polizia giudiziaria sotto copertura a partecipare alle aste fingendosi imprenditori. E chi corrompe deve essere fermato con l'arresto in flagranza. In questo modo potrebbe finire la spartizione delle aste." "Nel 1992, durante Mani Pulite - aggiungeva Davigo - un importante manager spiegò che tutti gli appalti di un certo ente pubblico venivano assegnati medianti sorteggio, effettuato direttamente dalle imprese. Queste si riunivano, estraevano a sorte e si spartivano gli appalti. Le aziende pagavano tutti, dal ministro ai commessi. Questo sistema allora era istituzionalizzato da almeno vent'anni. Siccome oggi non è cambiato niente, questo sistema è istituzionalizzato da almeno cinquant'anni. Non è così facile combattere la corruzione se non si sa quando, come e con quali tecniche viene violata. Per questo bisogna infiltrare agenti sotto copertura."
D., con una lunga carriera come prefetto, sapeva che l'istituzione del segretissimo Comitato Interministeriale Anticorruzione, di cui era divenuto il potente capo, derivava proprio da questa scia di pensiero. Dopo la sua costituzione, però, forze ancora più potenti ne avevano insabbiato l'attività.
Negli utimi tempi, proprio per la mole di denaro che stava arrivando tramite il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), D. era riuscito a riavere via libera per organizzare l'operatività del Comitato Interministeriale.
Dopo avere letto in ufficio l'ultima pagina di "Guerra e Corruzione", chiamò, il suo assistente e gli fece notare la copertina. Poi aggiunse: "Rintraccia l'autore di questo libro, il professor V., e portalo qui. Il più presto possibile."

IL MANUALE
I paladini che combattono la corruzione possono essere suddivisi in due gruppi. Chi è spinto dal desiderio di combattere eroicamente i corrotti per eliminarli totalmente dalla faccia della terra e chi combatte non i corrotti ma la corruzione nella sua versione platonica, l'idea della corruzione.
I primi sono gli "idealisti guerrieri" (questa è la categoria a cui appartiene Davigo). La loro ossessione è eliminare la corruzione dalla faccia del mondo, ma difficilmente ci riusciranno perchè la corruzione fa parte della natura umana. I secondi sono "gli idealisti metafisici". Vedono la corruzione come una bellissima donna empia, che causa infinite sofferenze agli uomini. La rifiutano, la combattono ma nel contempo ne sono attratti, soprattutto sono attratti dalla conoscenza della sua essenza.

Circa sei mesi prima che arrivasse al Park Hotel, il Professore era stato invitato a Roma, con una modalità abbastanza misteriosa, perlomeno strana.
La sede del Comitato Interministeriale si trovava in un bel palazzo ottocentesco. Dalla sue finestre si intravedeva un parco verde con fontane e getti d'acqua. V. era di buon umore e non aveva idea del motivo per cui era stato convocato con estrema urgenza. Per di più in un appartamento sulla cui porta non vi era nè un campanello nè una targa con il nome.
D. aprì la porta della sala d'aspetto e disse senza salutare: "Le piace Roma?"
"Non la conosco troppo", rispose V.
" Come si può vivere senza conoscere Roma?"
Lo guardò profondamente negli occhi e lo fece accomodare sul divano di pelle verde scuro di una grande stanza, ben arredata, ma molto buia. Ed aggiunse: "Ho letto il suo libro, Professore. Lei è la persona che fa per noi."
Il capo del Comitato Interministeriale, tra lo stupore del suo interlocutore, spiegò nei dettagli chi rappresentava e il progetto strategico. Alla fine sintetizzò: "Nelle prossime settimana verrà istruito. Imparerà molti segreti del mestiere, poi andrà sul territorio e diventerà operativo. Abbiamo scelto la Lunigiana, nell'Alta Toscana, perchè in questo territorio non vi è mai stata una condanna per corruzione o concussione, è sempre scattata la prescrizione o non si è indagato. Lei dovrà individuare fatti, circostanze, persone, metodi di corruzione, dovrà documentarli e registrali in modalità segreta nel suo PC. Ma non è questo che ci interessa da Lei, Professore. Il suo compito è quello di scrivere un "Manuale". Non ci interssa tanto quello che accade in Lunigiana, ci interessa come accade, come è organizzata la corruzione, quali sono le nuove modalità, le nuove forme della corruzione. Il suo Manuale diventerà la guida, la bussola per gli agenti che sparpaglieremo sul territorio nazionale. Un'ultima osservazione: non si dilunghi troppo sulla filosofia della corruzione, anche se è per questo aspetto che ho scelto Lei. Dimentichi la metafisica e sia operativo.
Accetta?"
"Accetto."
Seduto al tavolo del ristorante del Park Hotel, Il Professore ripensava al suo primo incontro con il Capo del Comitato Interministeriale. Il suo lavoro sul campo era terminato. Si sentiva soddisfatto e sicuro di sé.
Ma qualcosa di inaspettato stava per succedere. Qualcosa che avrebbe modificato la sua sicurezza.
5.Continua

 

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