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POTEVANO NON SAPERE?

   Riccardo varese Pietro Cerruti Leri  
La Polizia di Savona lo ha beccato con la tangente in mano. Per anni ha fatto parte di un «cartello» che lucrava sugli autovelox e per questo è sotto processo a Grosseto. Claudio Ghizzoni come privato gestiva gli autovelox affittati ai comuni. E come vigile urbano si occupava delle multe. In Lunigiana lo sapevano tutti. Tranne, sembra, i sindaci Pietro Cerruti, Riccardo Varese e il Presidente dell'Unione dei Comuni Cesare Leri. E Sara Tedeschi, comandante della polizia municipale della Lunigiana, poteva non sapere?
 
11 marzo 2014
La banda dell'autovelox
Il giallo, il rosso e la mazzetta
 
di Maurizio Bardi
mauriziobardi2011@gmail.com

Un vero e proprio «cartello», capace di controllare il mercato nazionale degli autovelox e forse anche di manipolarne la taratura. Lo dimostrerebbero un'inchiesta del PM di Savona Daniela Pischetola, un'altra di Milano del PM Alfredo Robledo, ancora un'altra di Grosseto del PM Stefano Pizza. E poi molti episodi oscuri che riguardano vari comuni della Liguria, il comune di Villafranca e quello di Podenzana. Intanto a seguito dell'inchiesta di Savona, è finito agli arresti Claudio Ghizzoni, vigile urbano dell'Unione dei Comuni della Lunigiana, ripreso a sua insaputa mentre paga una tangente al suo collega di Spotorno Andrea Saroldi. Una pentola che, sovverchiata, potrebbe fare luce su importanti situazioni di corruzione. Forse è il momento che qualcuno ci guardi dentro.
Ghizzoni non è solo un vigile urbano, è anche il responsabile della Ca.Bri.Ni. e della Igea, aziende che commercializzano impianti completi per autovelox e che garantiscono in parte la gestione delle riscossioni delle multe.


Come avveniva il pagamento delle tangenti, il VIDEO della Polizia di Savona

IL SEMAFORO «QUATTRO SECONDI» DI VILLAFRANCA LUNIGIANA

Il semaforo di Villafranca in Lunigiana mi fa tornare alla mente la faccia di Francesco, chiamiamolo così. Francesco guadagnava 1.400 Euro al mese e per lavoro doveva attraversare quattro volte al giorno l'incrocio principale di Villafranca sulla strada nazionale.
Quattro secondi. Sono quattro secondi quelli che gli hanno procurato la prima multa e poi lo hanno imprigionato nella nevrosi.
Era il 2007 e da lì è cominciata la sua guerra personale. Diceva:«Li ho cronometrati, sono meno di quattro secondi tra il giallo e il rosso. Se scatta il giallo, non ce la fai a fermarti in tempo per evitare il telelaser e la multa. Dai duecento ai quattrocento Euro!.». A noi amici raccontava che a volte accelera va per stare dentro i quattro secondi, ma in quel caso scattava l'autovelox e di nuovo la multa.
Francesco era sicuro che le istituzioni esistessero per tutelarlo, per proteggerlo. Noi gli dicevamo di smetterla.
Lui restava in silenzio e cercava disperatamente la sua colpa. Per farci piacere. E per rispetto della legalità. Poi però ci riprovava. E affrontava, come in preda ad un'ossessione, il semaforo corrotto. E tutte le volte la contravvenzione scattava.
Alla fine, piano piano, si è recluso nell'ossessione dei quattro secondi. Senza essere più capace di uscirne. Come nel castello di Kafka.
Poi lo abbiamo perso di vista. Dopo un po' di tempo lo abbiamo capito anche noi. Aveva ragione lui: tra il giallo e il rosso era impossibile non prenderla, la multa.

IL FLAMIGERATO T-RED E LA BANDA DELL'AUTOVELOX
Nel 2010 un articolo de «Il sole 24 Ore» rivela che il Comune di Villafranca in Lunigiana risulta tra i trenta comuni italiani che hanno avuto nel 2008 il maggior introito pro capite dalle contravvenzioni: oltre 1 milione e 200mila multe. Numeri da capogiro. Se si fanno due calcoli, centinaia di migliaia di euro. Finiti dove? Quanti nelle tasche della banda dell'Autovelox?
Il sindaco Pietro Cerutti, intervistato da «Il Tirreno» l'11 maggio 2010, a proposito della quantità enorme di contavvenzioni rilevate nel suo comune, ammette candidamente: «All'incrocio principale di Villafranca è installato un T-Red». Ma il T-Red non è un autovelox qualsiasi. È un flamigerato marchingegno, al centro di un'inchiesta messa in piedi dal PM di Milano Alfredo Robledo nel 2007. Nel processo nato da questa inchiesta, nel febbraio 2014, è stato condannato a quattro anni di reclusione Raoul Cairoli, titolare della CitiEsse, la ditta che distribuiva in esclusiva il T-Red ed altre apparecchiature autovelox.
Se si leggono i verbali di udienza si scopre una pentola bollente, anzi esplosiva. Una pentola che, sovverchiata, potrebbe fare luce anche su alcune situazioni che riguardano la Lunigiana. Forse è il momento che qualcuno ci guardi dentro.

IL CARTELLO
Quando nel 2007 la Guardia di Finanza, per conto della Procura di Milano, ha sequestrato computer e documenti di CitiEsse ha scoperto l'esistenza di «un cartello». Tra le società citate nella richiesta d'arresto, oltre a Citiesse, vi è la Centro Servizi di Grosseto e la Cooperativa Ca.Bri.ni di La Spezia, di cui risultava titolare Claudio Ghizzoni.
«Promotore del cartello», scrive il Sostituto Procuratore Alfredo Robledo, «è risultato essere il titolare della Citiesse, società distributrice nazionale in esclusiva dei T-Red nonché concessionaria in esclusiva per l'Italia dei misuratori di velocità Autovelox 104C-2».
Nei verbali (stenografati) dell'udienza del 16 ottobre 2013 si può leggere la requisitoria del PM. Ecco alcuni passi: «(..) un imprenditore, cioè il Cairoli, amministratore di CitiEsse Srl Di Rovellasca (Co), ha avuto la capacità commerciale di riuscire ad ottenere l'esclusiva per tutto il territorio nazionale di una struttura, direi idonea per la regolazione del traffico stradale, denominata T—RED (..) Il meccanismo del T-RED … consiste in una serie di combinazioni, principale delle quali è il tempo di latenza (n.d.r. il tempo di passaggio da un colore semaforico all’altro, in particolare dal giallo al rosso). Non c’è nessun tempo di latenza tra lo spegnimento del giallo e l’accensione del rosso con il conseguente scatto della fotografia.(..) E’ la sintesi della consulenza fatta dall’ingegnere Bedarida (consulente del PM ndr), che fa una serie di simulazioni (..) Se vi è un tempo (di latenza) superiore al decimo di secondo, le contravvenzioni scendono paurosamente di numero statisticamente (..) in realtà l’utente della strada passa col giallo e si trova fotografato con il rosso…»
Continua Il PM: «“…Ci.Ti.Esse non può vincere tutte le gare in Italia, sarebbe un’anomalia…allora Cairoli che fa? Si mette d’accordo con le altre persone indagate ... per costituire, in realtà, quello che è un vero e proprio cartello…»
Il 27 marzo 2013 Cairoli, interrogato dal Tribunale di Milano, rende una vera e propria confessione: «.. Noi fornivamo ai Comandi , come peraltro riscontrato, non solo le caratteristiche tecniche dei sistemi…anche i fac-simil dei bandi di gara… Per inettitudine, inefficienza, inadeguatezza, gli agenti di Polizia non erano in grado(...). La gara era del tutto inutile, perché la C.Ti.esse avrebbe comunque vinto (..) Era un monopolio sottoscritto. I comandanti chiedevano: ma chi dobbiamo invitare a questo bando? E io dettavo di legge, mi permetto di dire Signor Presidente, che ero il «deus ex machina» di questo chiamiamolo cartello (..) Io sono consapevole di avere abusato di questa situazione (..) Per poter riuscire a concludere i miei affari si prendevano delle percentuali sulle multe che venivano rilevate (..) I numeri che venivano fatti erano veramente enormi,(..) è impensabile che una società che faceva un investimento di 200mila euro percepisse quella somma in meno di un mese (..) Mi sembrava veramente un guadagnare troppo.»
La confessione Cairoli a proposito delle modalità operative dei finti bandi è sconvolgente e riguarda anche Ghizzoni, suo socio in affari e contemporaneamente vigile urbano all'Unione dei Comuni della Lunigiana. Afferma Cairoli sempre di fronte al Tribunale: «Sono usciti i bandi di gare che avevano tempo 7 giorni per formulare un’offerta (..) persone politiche molto forti. Tanto, Signor Giudice, 7 giorni, 70, 15 è uguale, quella gara era già determinata (..) per le pressioni politiche. Vi è un accordo di zona per le gare indette dai comuni (..) Ci accordiamo per favorire la ditta tra queste che opera su questo territorio (..) le altre partecipano alla gara stando attente a fare un’offerta più alta (..) Tale accordo prevede che la Ci.Ti.esse si aggiudica le forniture nel Nord Italia, la Centro Servizi nei comuni della Toscana, la Tecnotraffico Srl il Lazio, la Sercom la Campania, la Cabrini (di Claudio Ghizzoni ndr) la Liguria, la Servizi alla P.A. in Sardegna e a Como (..) L’accordo prevede che la società che opera sul territorio e che deve vincere la gara faccia l’offerta al ribasso più vantaggiosa (..) e io fornisco con un separato accordo i prodotti necessari alla società che si è aggiudicata la gara. Questo accordo è stato stretto da parte mia per Ci.Ti.esse con Zari Simone per la Centro Servizi srl, con Tysserand Antonino per la Tecnotraffico Srl, con Ferrara Pierluigi per la Sercom Srl, con Ghizzoni per la cooperativa Cabrini, con Astorri per la Scae Spa… Eravamo tutti d’accordo»

IL SENSO DEL TRAGICO E IL SENSO DEL COMICO
Leggo i verbali e penso a Francesco, un giovane che credeva nello stato, svigorito dalle multe. Penso alla sua piccola tragedia, per lui grandissima, penso alla sua voglia di non credere che il semaforo potesse essere truccato da rappresentanti delle istituzioni, penso alla sua nevrosi che lo spingeva a verificare fino alla follia la legalità del semaforo truffaldino, facendosi così complice dei suoi aguzzini. Penso al senso tragico della sua lotta da Don Chisciotte. Poi apro gli occhi e vedo su Facebook una stanza con un armadio pieno di raccoglitori di multe: 2011 Fivizzano, 2011 Podenzana, 2011 Filattiera, ecc. In mezzo alla foto lui: il vigile Ghizzoni. Mi ricorda per metà la faccia furbastra della guardia interpretata da Alberto Sordi e per l'altra metà il sorriso perfido di Jean Gabin quando fa il sergente della Legione Straniera. Non posso crederci. La mattina si occupava di incassare le multe, il pomeriggio corrompeva i suoi colleghi per truccare gli autovelox. La Polizia di Savona lo ha immortalato in un video stupendo mentre versa mazzette ad Andrea Saroldi, comandante dei Vigili Urbani di Spotorno. Forse è la «pistola fumante» che mancava al PM di Milano Alfredo Robledo per la sua inchiesta. Non vedo i volti dei due, ma me li immagino. Sono comici. Fuori gente ossessionata dagli autovelox e loro si scambiano le mazzette, probabilmente senza guardarsi.
Mi viene in mente la frase del poeta francese André Breton: «voglio vivere in una casa di vetro». Lì dovrebbero vivere i burocrati e i politici: in una casa dove niente è segreto e ognuno può guardare.
Mentre scrivo questo pezzo in Tv, su La7, stanno trasmettendo «Piazza Pulita». Favia, un ex aderente al Movimento 5 Stelle, cerca il suo palcoscenico. Critica Beppe Grillo e l'uso della satira per fini politici. Il fatto è che le critiche contengono sempre in sè tracce di idee geniali!
La decisione di Grillo di trasmettere in streaming il suo incontro con Renzi rappresenta una piccola rivoluzione. La comicità è la categoria di cui la politica ha più paura. Grillo è un genio non perchè ci fa ridere più di altri ma perchè sa che la comicita rivela territori sconosciuti del potere.
Il senso del tragico (di cui per esempio è stato vittima Francesco) ci indigna ma in fondo ci consola, mentre il senso del comico è più crudele. È la vera arma letale contro l'abuso di potere e la corruzione. L'ultima che ci è rimasta.

SESTA GODANO
Che ci fosse un autovelox taroccato nel comune di Carro, piccolo comune di 665 abitanti nella Val di Vara, sulla strada che da Brugnato porta verso Sesta Godano era noto fin dal 2008. Il limite di velocità era settanta all’ora ma il flash e la contravvenzione scattavano anche se si era dentro il limite. È tutto scritto nelle carte dell’inchiesta di Milano. «Finchè tre giovani amici - racconta un commerciante del paese - hanno deciso di fare dei test. Dopo avere raggiunto la sicurezza che l'autovelox era truccato sono andati dai carabinieri di Sesta Godano ed hanno fatto denunciai». sapete cosa gli hanno risposto: «Lo sapevamoi. L’autovelox è mal tarato»
E sapete chi ha fornito in affitto l'autovelox al comune di Carro? Il vigile Claudio Ghizzoni, naturalmente!
Vi racconteremo questa storia nei prossimi giorni.... (Continua)
La continuazione di questa inchiesta sarà pubblicata nei prossimi giorni

 
 

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